Criptovalute tassate al 26% senza franchigia di 2.000 Euro: è questa la disposizione normativa contenuta all’interno della Legge di Bilancio per il 2025.
Infatti, è stabilito che “sulle plusvalenze e gli altri proventi di cui all’articolo 67, comma 1, lettera c- sexies), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, realizzate a decorrere dall’entrata in vigore della presente legge, l’imposta sostitutiva di cui all’articolo 5 del decreto legislativo 21 novembre 1997, n. 461, è applicata con l’aliquota del 26 per cento“.
A tutto il 31 dicembre 2024 la tassazione sulle predette plusvalenze, se superiori ad Euro 2.000,00, era pari al 26%, come previsto per la vendita di azioni, obbligazioni, ETF ed altri prodotti finanziari (https://www.studiobcz.it/criptovalute-nel-mirino-delle-autorita-tributarie/).
La rimozione della franchigia di 2.000 euro è da leggersi come parzialmente compensativa del ripensamento riguardo l’inasprimento della tassazione al 42% originariamente contenuta all’interno del Disegno di Legge.
Per quanto riguarda le minusvalenze compensabili con le plusvalenze realizzate dalla cessione o permuta di criptoattività, non sono ad oggi compensabili le minusvalenze conseguite prima del 1° gennaio 2023.
Per quanto la novella legislativa non contempli al momento una diminuzione dell’ammontare delle minusvalenze subite nel 2023 e 2024 compensabili con le plusvalenze realizzate a partire dal 2025, potrebbe essere introdotta dal legislatore una riduzione al 61,9% del loro ammontare, come già avvenuto in occasione dell’incremento dal 20% al 26% della tassazione sulle rendite finanziarie (https://ntplusfisco.ilsole24ore.com/art/la-tassazione-sale-42percento-le-plusvalenze-criptovalute-AGpVXin).
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